Carissimi,
già da qualche anno stiamo cercando di metterci in missione, di andare verso il mondo che ci circonda e ci è stato affidato. No, non è perché la gente si avvicina meno spontaneamente alla comunità cristiana. Lo facciamo perché questo è il testamento del Risorto: di andare verso tutti perché a nessuno manchi la ricchezza del Vangelo. Lo facciamo per essere fedeli a ciò che dobbiamo essere. Anche aspettare con la porta aperta è un atto di amore come ci viene raccontato nella parabola del Padre misericordioso. Ma qualche riga prima, nello stesso vangelo, si parla di Chi si muove, non per cercare qualcuno, ma per trovare una sola pecora. Il Signore non cerca folle e numeri come i pubblicitari e chiunque vende una qualsiasi cosa o come tutti quelli che hanno l’ossessione dei like, Lui cerca persone con un volto unico, inconfondibile, vuole mettere occhi negli occhi, vuole camminare con noi, arriva dalla porta perché non viene per prendere o rubare, ma per stare con noi e parlarci del cielo, per portarci al cielo, perché nessuno ne rimanga fuori.
Andare è un’attitudine tipicamente cristiana. Noi non siamo chiamati ad essere sale in una saliera, ma ad essere sale della terra; non siamo chiamati ad essere luce delle sacrestie, ma luce del mondo; non siamo chiamati a trovare la nostra pace, ma a portare a tutti quella di Cristo. Andare non significa considerare coloro che incontriamo persone perdute, peccatrici, perse e sbandate, ma partire con la certezza che sono preziose agli occhi di Colui che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio; andare non vuol dire indottrinare, ma avvicinarsi, mettersi accanto per ascoltare fratelli e sorelle che forse fanno fatica a camminare e che sono stanchi; andare vuol dire non rimanere prigionieri della salvezza della nostra sola vita; andare vuol dire non partire per fare chissà quali cose o per compiere chissà quali imprese, ma andare a vedere l’opera di Dio, l’opera sempre nuova che Lui realizza anche oggi e nei modi più imprevedibili. Andare vuol dire appoggiarsi sui disegni di Dio che non guarda questo mondo rassegnato, ma la sua fiducia per ogni uomo non si spegne mai. Andare vuol dire non cedere alla tentazione di costruirci un luogo tranquillo e di chiuderci dentro per la paura che venga turbato da persone che tendono una mano e cercano fratelli perché si portano addosso il peso e l’amarezza della solitudine. Andare vuol dire mettersi in viaggio verso qualcuno e non solo girare per accumulare destinazioni da esibire agli amici e che non portano a nessuno.
Allora insieme, nella semplicità e con generosità, ci facciamo vicini soprattutto agli studenti, perché il Signore attraverso la nostra disponibilità, possa passare lì dove vuole Lui e perché possa raggiungere quelli che vuole, perché dando il nostro poco possiamo prendere la ricchezza che il Signore ci vorrà offrire. Grazie a tutti coloro che si renderanno disponibili per questa forma di amore semplice e prezioso. Come sono belli i piedi di coloro che portano lieti annunci! Cfr Is 52
Il Signore vi benedica.
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo

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